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Agricoltura di precisione: Cos'è e come si applica

Cos'è l'Agricoltura di Precisione? Quali sono i suoi obiettivi? Quali benefici apporta? Come può essere messa in pratica? In questo articolo trovi le risposte a queste domande ed altre ancora. 

All’interno di un campo è molto probabile che la produzione non sia omogenea, cioè che vi siano zone dove si produce di più e altre dove si produce meno. Questa variabilità nella produzione può dipendere da molti fattori, anche da una non corretta applicazione del concime o da una semina malfatta. Spesso, però, questa variabilità è indotta da elementi, per così dire, oggettivi: ad esempio una differente composizione del terreno; la presenza di avvallamenti, dove ristagna l’acqua, o di zone più compattate e quindi meno porose. Riuscire a comprendere cosa genera la variabilità e quindi trovare i mezzi per porvi rimedio, quando è possibile, o adattare il processo produttivo in modo da ridurre gli sprechi è il compito che si prefigge l’Agricoltura di Precisione (AP) che gli anglosassoni chiamano anche Precision Farming (PF) o Precision Agricolture (PA).

La variabilità si manifesta non solo nello spazio (qui è diverso da lì), ma anche nel tempo (oggi è diverso da ieri). Gestire la variabilità significa che il processo produttivo, una volta raccolte le informazioni, è applicato in modo diversificato. Ad esempio dove abbiamo prodotto meno, potremmo incrementare la concimazione con lo scopo di stimolare la crescita della coltura, o, viceversa, ridurla se quella determinata zona produce meno a causa di caratteristiche intrinseche non modificabili (ad esempio la tessitura del suolo).

Per fare ciò è necessario disporre di tecniche e tecnologie capaci, prima, di rilevare la disomogeneità e, dopo, di applicare in modo variabile gli input colturali all’interno dell’appezzamento. Ovviamente l’applicazione dei mezzi di produzione (lavorazioni del terreno, concimazioni, trattamenti, semina, ecc.) sarà sempre svolta sulla base dell’esigenza della coltura, delle proprietà chimico-fisiche e biologiche del suolo, del clima e dell’andamento meteorologico.

L’AP può utilizzare strategie e tecnologie diverse che possono, ma non obbligatoriamente, operare in modo georeferenziato. La georeferenziazione è una tecnica, ormai ben conosciuta da tutti, che consente di conoscere l’esatta posizione (in realtà il grado di precisione dipende dal sistema di riferimento impiegato) durante lo svolgimento del lavoro grazie alla connessione di una ricevente con i dispositivi satellitari.

È qui utile ricordare che l’Agricoltura di Precisione può essere adottata a livelli di complessità crescente: assistenza alla guida, gestione della variabilità, sviluppo di sistemi esperti, tracciabilità; livelli che rappresentano tappe di un percorso mirato a migliorare l’efficienza della produzione agricola e a ridurre l’impatto sull’ambiente (in ottica anche di un'agricoltura sostenibile).

Rateo variabile

Gestire la variabilità generata dall’ambiente in cui avviene la coltivazione, significa quindi applicare in modo conseguente e diversificato gli input chimici, meccanici e biologici. Le metodologie per affrontare la distribuzione variabile (o rateo variabile) sono fondamentalmente due: quella impostata su mappe e quella che utilizza sensori. Entrambi i metodi rientrano nella filosofia dell’agricoltura di precisione, ma si differenziano in modo sostanziale. Il rateo variabile basato su sensori utilizza dispositivi che rilevano in tempo reale i dati reputati interessanti (caratteristiche chimico-fisiche del terreno, vigoria della coltura, presenza/assenza di vegetazione, ecc.) da utilizzare come indicatori per gestire lo svolgimento dell’operazione. Il metodo non richiede l’uso del ricevitore satellitare.

 

Il rateo variabile basato su mappe modifica l’entità di prodotto da distribuire in base alle informazioni sulle caratteristiche dell’appezzamento contenute nelle mappe di prescrizione. Questo metodo presuppone che esista un sistema di localizzazione della macchina nell’appezzamento e che in quel punto sia disponibile il dato della quantità di prodotto da distribuire. Questo sistema permette di fissare a priori l’intensità di una lavorazione o la quantità da distribuire e, poiché intercorre un certo intervallo tra l’analisi delle mappe e l’applicazione, in alcuni casi questo potrebbe migliorare l’accuratezza del trattamento, in altri ne costituisce un vincolo come nel caso di applicazioni basate su caratteristiche che variano rapidamente (contenuto di nitrati, umidità del terreno, ecc.). Inoltre le mappe di applicazione sono talvolta costruite da un limitato numero di punti, mentre il sensore raccoglie (o potrebbe raccogliere) tutta la variabilità spaziale. Oggi però sono ancora poche le grandezze esplorabili in modo affidabile da sensori. Inoltre nella distribuzione basata su sensori, non avviene il diretto intervento umano, per cui non si conosce l’effettivo risultato della distribuzione se non a posteriori. D’altra parte, tale modalità di applicazione richiede minori investimenti sia di tempo che di denaro dal momento che non sono strettamente necessari sistemi complessi di elaborazione, come richiesto per la costruzione delle mappe di prescrizione.